Neil Gaiman, autore britannico tra i più versatili e amati della narrativa contemporanea, ha firmato romanzi come “American Gods”, “Coraline” e “Nessun dove”, oltre a celebri fumetti come “Sandman”. È noto non solo per il suo immaginario ricchissimo, ma anche per l’attenzione maniacale alla revisione. In un’intervista rilasciata su Goodreads, ha dichiarato:
“Le persone iniziano da qualcosa che pensano sia terribile… poi finiscono per sistemarlo.
È esattamente ciò che accade nella fase di revisione di un testo, che sia in fase di editing o di proofreading. Perché una prima bozza non è mai perfetta e nessuno, nemmeno il più grande scrittore, pubblica ciò che scrive al primo colpo.
A sostegno di questo, le parole di Stephen King cascano a pennello:
“Il segreto di una buona scrittura è la riscrittura.”
Ed è da qui che partiamo per capire meglio cosa distingue editing da proofreading, perchè servono e chi se ne occupa.
Prima di iniziare, lascia che ci presentiamo:
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Cos’è il proofreading: definizione e significato
Il termine “proofreading” ha un significato preciso, in italiano traduciamo il termine con “correzione di bozze” e ha a che fare con il controllo finale del testo, prima della pubblicazione. Chi lo esegue è difatti il correttore di bozze (proofreader, in inglese), figura specializzata nella rilettura formale del contenuto.
Cosa fa un proofreader: correzione formale del testo
Il proofreader interviene su un testo già “chiuso” dal punto di vista del contenuto, consegnato cioè dall’autore per la verifica finale (non manca proprio nulla).

Nella pratica, si occupa di queste attività:
- corregge errori ortografici e grammaticali;
- controlla la punteggiatura per evitare pause errate o frasi ambigue;
- verifica l’uniformità di tempi verbali, maiuscole/minuscole, virgolette, accenti etc;
- sistema la coerenza tipografica, come spaziature, margini, numerazioni;
- segnala eventuali ambiguità residue che possono inficiare la lettura.
Il proofreading in pratica è una correzione grammaticale e sintattica, non di stile ed è fondamentale.
Quando si fa il proofreading e perché è indispensabile
Il momento giusto per il proofreading è alla consegna del file definitivo da parte dell’autore. Si fa quando il testo è stato da lui/lei già strutturato, corretto nei contenuti e si prepara a diventare il libro ufficiale.
È una fase imprescindibile perché il correttore di bozze corregge errori grammaticali, che possono sfuggire persino al migliore autore, oppure semplicemente refusi e sviste, in cui, dopo tante ore passate a scrivere, è più che normale incorrere.
Considera che un testo con errori formali perde credibilità, in qualsiasi contesto: va da sé che questa fase è davvero preziosa per l’autore. Ma non si tratta di editing.
Le differenze tra editing e proofreading
Editing e proofreading vengono spesso confusi, ma sono due fasi diverse del lavoro editoriale. Se il proofreading, come abbiamo detto, si occupa della forma, l’editing lavora sulla sostanza del testo ed entra nel merito anche dello stile. Quindi:
- il proof reading è l’ultimo passaggio prima della pubblicazione;
- l’editing, invece, può avvenire anche durante la scrittura del testo.
Chi si occupa di editing di fatto fa ghostwriting professionale.
Editing: revisione strutturale e contenutistica
Come abbiamo anticipato, l’editing è un’attività che riguarda la revisione della struttura narrativa, del tono di voce, dello stile, del ritmo e della coerenza interna, più che della grammatica.

Un editor esperto può:
- riorganizzare paragrafi o capitoli;
- segnalare passaggi deboli o ridondanti;
- migliorare dialoghi, descrizioni, introduzioni e finali;
- suggerire tagli, integrazioni o riscritture parziali.
È in sostanza una revisione creativa e collaborativa, che mantiene l’identità dell’autore ma ha lo scopo di segnalare migliorie che possano aumentare l’efficacia comunicativa del testo. Contrariamente al proof reading, che riguarda ortografia grammatica e formattazione.
Proofreading: verifica ortografica, grammaticale e formattativa
Il proofreading quindi è l’ultimo passaggio della revisione testuale: quello che rende il tuo testo pronto per essere pubblicato o condiviso. Si concentra sugli aspetti formali del contenuto ma non ne modifica la struttura, cosa che viene fatta in fase di editing.
Il proofreader controlla che il testo non contenga errori ortografici, grammaticali o di battitura (i famosi “refusi”), ma anche che la punteggiatura sia corretta, la sintassi scorrevole e la formattazione coerente. Come vedi, ci sono diversi elementi in cui differiscono le due attività.
Le due fasi a confronto: tempistiche, obiettivi e strumenti
La differenza tra editing e proofreading non è solo nei contenuti.

Cambia anche il momento in cui si fanno e gli strumenti usati.
- Tempistiche: l’editing viene fatto nella fase intermedia della scrittura, quando il testo è ancora “vivo” e può essere modificato in profondità. Il proofreading arriva solo alla fine, quando il contenuto è già definito.
- Obiettivi: l’editing lavora sulla coerenza logica, sulla voce dell’autore, sull’efficacia narrativa. Il proof reading si occupa della correttezza linguistica e della formattazione.
- Strumenti: l’editing può includere note, commenti, riscritture. Il proofreading utilizza marcature più leggere, segnalazioni puntuali e strumenti per l’impaginazione corretta (come stili Word o codici editoriali).
Quali errori corregge il proofreading
L’autore potrebbe anche rileggere 100 volte il proprio testo. Ma stai sicuro che il correttore di bozze troverebbe qualcosa da correggere. Alcuni passaggi “sbagliati” diventano invisibili proprio agli occhi di chi li ha scritti. Qui entra in gioco il proofreading, con una revisione minuziosa e imparziale.
Refusi, punteggiatura, errori grammaticali
Il proofreading interviene su tutti gli errori che minano la leggibilità del testo, ovvero:
- parole digitate male (come “scrittua” al posto di “scrittura”);
- punteggiatura assente o eccessiva;
- errori grammaticali come concordanze sbagliate o tempi verbali incoerenti.
Coerenza tipografica e impaginazione finale
Oltre agli errori linguistici, il proofreading controlla anche l’impaginazione, quindi che ci siano:
- virgolette e trattini uniformi;
- corsivi usati con coerenza;
- numerazione corretta delle pagine o dei paragrafi.
Errori “invisibili” che sfuggono a chi ha scritto il testo
Chi ha scritto un testo non è il miglior correttore di bozze per correggerlo. Dopo decine di riletture, la mente tende a “saltare” le parole, completare automaticamente i significati o ignorare piccoli dettagli.
Il proofreading professionale intercetta questi errori invisibili e li segnala in modo chiaro. Non è solo una correzione tecnica: è una garanzia per l’autore, che così può consegnare un lavoro curato e autorevole.
Quando serve il proofreading e a chi è utile
Il proofreading è un’attività utile non solo per chi scrive romanzi, ma anche in ogni contesto in cui un testo viene pubblicato, condiviso o valutato.
Scrittori, giornalisti, blogger, accademici
Chi lavora con le parole lo sa: anche il testo più brillante può essere rovinato da un errore banale. Il proof reading è indispensabile per scrittori, giornalisti e blogger che vogliono pubblicare articoli, racconti o libri senza rischiare figuracce.
Anche in ambito accademico, la correzione formale della tesi o di un articolo è un passaggio cruciale prima della consegna.
Case editrici, agenzie e professionisti della comunicazione
Per le case editrici e le agenzie che si occupano di contenuti professionali, il proofreading è una garanzia di qualità.
Lo stesso vale per i professionisti della comunicazione che lavorano su presentazioni, report, contenuti digitali o testi istituzionali.
Self publisher: il proofreading come fase imprescindibile
Nel mondo del self publishing ogni fase della produzione editoriale è nelle mani dell’autore. Questo gli dà grande libertà, ma anche una grande responsabilità, perché deve garantirne la qualità su tutti i fronti.
Il proof reading diventa, quindi, un passaggio fondamentale: l’unico modo per assicurarsi che il libro sia pronto per essere distribuito.
I limiti dell’autore nella rilettura dei propri testi
Perché non basta che sia l’autore a rileggere, anche 1000 volte, il proprio testo? Il motivo è strettamente scientifico: l’autore tende a “completare” mentalmente ciò che voleva scrivere, anche quando una frase è incompleta o poco chiara. Passa sopra ad alcuni refusi, perché non li vede, dà per scontato che una formula grammaticale sia corretta così com’è.
Vantaggi di una revisione esterna e professionale
Un correttore professionista porta con sé competenze linguistiche, occhio critico ed esperienza in campo editoriale. Non è coinvolto nella stesura del testo, è un occhio oggettivo ed esterno, non è coinvolto sentimentalmente da quel testo, quindi, può valutare ogni passaggio con obiettività.
Il risultato? Un testo pulito, coerente, corretto in ogni dettaglio.
Come Bookst può supportarti con editing e proofreading su misura
Bookst è un servizio di ghostwriting professionale in cui il nostro team mette a disposizione degli autori il proprio tempo e le proprie conoscenze. Infatti, affianchiamo gli autori in ogni fase del percorso editoriale: dalla rilettura grammaticale con proofreading fino all’editing.
Che tu sia uno scrittore esordiente, un blogger, un docente o un self publisher, il nostro obiettivo è aiutarti a pubblicare testi corretti, curati, autorevoli ma coerenti con la tua voce.
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