Nel 2014, il romanzo “Gone Girl” di Gillian Flynn ebbe un successo esplosivo nei mercati internazionali. Non solo per la trama incalzante e i colpi di scena ben orchestrati, ma per il modo in cui sapeva costruire una tensione costante: il lettore sapeva qualcosa che il protagonista non sapeva, una dinamica che provocava un sottile brivido di anticipazione pagina dopo pagina.
Quel meccanismo di suspense fu parte fondamentale del successo del libro. Stephen King, uno che di suspense se ne intende, ha detto:
“Scrivi in modo che il lettore tremi per ciò che non ha ancora letto.”
Questa frase sintetizza perfettamente l’obiettivo della suspense: non solo raccontare una storia, ma lasciare il lettore in bilico, in attesa, coinvolto fin dal primo capitolo.
Come si fa? Lo scoprirai nelle prossime righe.
Prima di iniziare, lascia che ci presentiamo:
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Che cos’è la suspense e perché funziona
Se dovessimo descrivere la suspense con tre parole queste sarebbero: trattenere il respiro. Di fatto è una sensazione che agisce sul piano psicologico del lettore, che si ritrova in una condizione di attesa, di cui può immaginare o meno lo sviluppo.
Definizione chiara e impatto psicologico sul lettore
La suspense è la tensione narrativa creata quando il lettore percepisce che qualcosa di significativo o pericoloso potrebbe accadere, ma non sa esattamente cosa, quando o come. Questa incertezza attiva la parte emotiva del cervello, quindi il lettore sente un bisogno impellente di continuare la lettura.
Differenza tra suspense, tensione, colpi di scena

Ora, facciamo una piccola specifica tra tre elementi di una storia che sono apparentemente uguali. La suspense si costruisce nel tempo e alimenta il dubbio e la preoccupazione. La tensione invece è più generica: può essere emotiva, fisica, psicologica e può coinvolgere buona parte del libro. Il colpo di scena, invece, rompe la linearità con un evento imprevisto ed è estemporaneo. Quindi, mentre la suspense è una corda tirata, il colpo di scena è un taglio netto.
In tutti questi casi, occorre padroneggiare una tecnica narrativa per costruirli al meglio.
Le tecniche narrative per creare suspense
La suspense non nasce per caso. Va costruita con metodo e tecniche di scrittura efficaci, altrimenti non funziona.

Ritmo narrativo: dosare indizi e pause
Anche se la tensione è importante per determinati tipi di storie, è altrettanto importante riuscire a mantenere un ritmo ben calibrato. Occorre alternare momenti di rivelazione a pause che lasciano il lettore in sospeso.
Non si tratta di rallentare, ma di dare il tempo di assorbire ogni dettaglio. Va bene la suspense ma non puoi impostare tutto il libro con lo stesso ritmo. Usa quindi le frasi brevi, capitoli corti e gli indizi nascosti.
Cliffhanger e finali di capitolo che invogliano a proseguire
Il cliffhanger è un’interruzione brusca alla fine di una scena o capitolo, che lascia la porta aperta ad una domanda che rimane in sospeso. Funziona soprattutto quando crea un’urgenza emotiva: “Ce la farà?”, “Chi c’è dietro la porta?”. Costringe il lettore a voltare pagina ed è una delle tecniche più efficaci per creare suspense.
Dominanza dell’informazione: sapere più (o meno) del protagonista
A volte il lettore sa più del protagonista e in questo caso si crea una situazione di suspense drammatica; altre volte ne sa meno (è il caso della suspense investigativa). In entrambi i casi, il disequilibrio informativo è ciò che crea tensione nel lettore. L’autore gioca proprio con ciò che viene detto e taciuto.
Tensione evolutiva: costruire suspense capitolo dopo capitolo
Come abbiamo già detto, un libro non può mantenere sempre lo stesso altissimo livello di tensione, perché alla lunga il lettore troverebbe soffocante la storia. Piuttosto, occorre lavorare sulla progressione della tensione. Deve evolversi insieme alla trama: per questo motivo parliamo di tensione evolutiva.
Aumentare gradualmente la posta in gioco
Come si aumenta progressivamente la suspense in una storia? Inserendo un elemento che cambia le prospettive in ogni nuova scena: un ostacolo, un nemico, un limite del protagonista. Più la posta in gioco aumenta, più il lettore si sente coinvolto.
Creare situazioni in cui il lettore teme per il personaggio
L’empatia è il carburante della suspense. Se la storia riesce a coinvolgere il lettore, questi riesce anche ad immedesimarsi o quantomeno a creare un legame con il personaggio. Di conseguenza teme per la sua sorte. Quando il personaggio entra in una situazione ambigua o pericolosa, la tensione cresce esponenzialmente e il lettore non può che proseguire con la lettura per capire cosa succederà.
Errori da evitare quando scrivi con tensione
Non basta inserire degli ostacoli alla narrazione per creare una suspense che funziona. I tuoi tentativi di creare tensione possono fallire per alcuni semplici ma decisivi errori.
Colpi di scena forzati o sproporzionati
Un colpo di scena deve essere credibile e coerente con quanto precede. Se è esagerato o arriva senza una base sensata, il lettore si sentirà tradito. È importante che ogni svolta narrativa sia costruita con attenzione, seminando piccoli indizi che la rendano plausibile, anche se sorprendente.
Un buon colpo di scena sorprende, ma non disorienta: mantiene il patto con il lettore e rafforza il suo coinvolgimento emotivo.
Mantenere la suspense con banalità o incoerenze
Ripetere lo stesso schema, utilizzare cliché o far agire i personaggi in modo incoerente distrugge la tensione. Ogni elemento deve contribuire a costruire significato. I lettori sono attenti: se percepiscono forzature o scelte narrative “pigre”, perdono fiducia nella storia. Una suspense ben strutturata è fatta di dettagli autentici e scelte coerenti con la psicologia dei personaggi.
Esagerare con troppo mistero senza senso narrativo
Nascondere troppo, troppe cose o troppi dettagli può diventare frustrante. Il mistero deve essere dosato: sufficiente a incuriosire, ma non tanto da confondere. Quando il lettore non ha alcun punto fermo, la tensione si trasforma in disorientamento.
Il segreto è offrire piccoli appigli, domande parzialmente risposte, indizi seminati con cura, affinché l’attesa si trasformi in desiderio di scoprire di più.
Esempi pratici di applicazione
Vediamo alcuni esempi pratici di applicazione delle tecniche viste per creare suspense da inserire nel momento in cui decidi di scrivere un racconto.
Inizio con una scena intensa e domanda centrale
Aprire una storia con un momento ad alta tensione è una strategia potente per catturare da subito l’attenzione. L’evento iniziale deve porre una domanda forte che accompagni il lettore per buona parte del libro.
Un esempio emblematico è l’incipit di “Il silenzio degli innocenti” di Thomas Harris, in cui l’agente Clarice Starling viene convocata per un incarico misterioso. La domanda implicita è: chi è Hannibal Lecter e cosa ha da offrire? Questa tensione alimenta poi tutto il romanzo.
Uso dei punti di vista multipli per elevare la curiosità
Alternare più prospettive permette di mostrare la stessa vicenda da angolazioni diverse, rivelando dettagli che un singolo personaggio non potrebbe offrire. In “L’amica geniale” di Elena Ferrante, sebbene il punto di vista sia unico, il modo in cui la protagonista osserva l’amica Lila genera costante tensione. In altri casi, come “La verità sul caso Harry Quebert” di Joël Dicker, l’alternanza di tempi e punti di vista semina dubbi e moltiplica le domande nella testa del lettore.
Ambientazione e ritmo: alleati della suspense
L’ambiente non è solo un fondale: può diventare un elemento attivo nella costruzione della tensione. Una città deserta, una casa isolata, una stanza chiusa contribuiscono a evocare sensazioni precise.
Il ritmo deve adattarsi di conseguenza: nei momenti di scoperta può rallentare, nei momenti d’azione deve incalzare. In “Misery” di Stephen King, la suspense è costruita quasi interamente in una stanza, ma l’uso sapiente dei tempi e dello spazio narrativo rende l’intero romanzo claustrofobico e avvincente.
Quando affidarsi a strategie narrative complete come quelle offerte da Bookst
Creare suspense è un lavoro complesso, più articolato di quanto si immagini. Occorre metodo, strategia, conoscenza delle tecniche narrative per scegliere quella che è più adatta alla propria storia. Anche gli autori più talentuosi possono trovarsi immersi in trame troppo complesse, con svolte che non funzionano o una tensione che non decolla.
Di conseguenza, avere supporto da una o più figure professionali del mondo editoriale può fare la differenza tra un buon racconto e una storia che lascia il lettore con il fiato sospeso fino all’ultima pagina. Con il supporto narrativo professionale di Bookst ogni aspetto della narrazione è curato con precisione per portare il giusto livello di tensione al tuo libro.
Supporto nella costruzione della tensione narrativa struttura-professionalità
Gli editor di Bookst offrono un supporto mirato nella costruzione dell’arco narrativo: aiutano l’autore a definire dove e come posizionare i momenti di maggiore tensione, quando rivelare determinati dettagli e come strutturare i capitoli per mantenere alto l’interesse.
Non stiamo parlando solo di correzione del testo, ma di affiancamento strategico nella costruzione della storia. L’obiettivo è valorizzare ogni colpo di scena e far sì che la suspense si sviluppi in modo organico, mantenendo il coinvolgimento del lettore sempre a livelli altissimi.
Editing che valorizza atmosfere, ritmo e stile
Un buon editing non si limita a eliminare refusi, ma entra nel cuore della narrazione per potenziarne l’efficacia emotiva. Gli editor di Bookst lavorano su ritmo, stile e ambientazioni per rafforzare l’impatto di ogni scena, creando un bilanciamento armonico tra dialoghi, descrizioni e azione.
Questo tipo di intervento è fondamentale per i romanzi che puntano sulla suspense, perché anche un dettaglio fuori posto o un capitolo con ritmo irregolare può rompere la tensione.
Il risultato? Una narrazione fluida, intensa e capace di lasciare il segno nella memoria del lettore (che torna a respirare a libro finito).
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