Non fiction e fiction: significato e in cosa si differenziano dalla narrativa di fantasia

Tempo di lettura: 7 minuti
Modificato il 18 Settembre 2025
Non fiction e fiction significato e in cosa si differenziano dalla narrativa di fantasia

Nel 1966 Truman Capote pubblica “A sangue freddo”, raccontando con precisione quasi chirurgica l’omicidio della famiglia Clutter, un fatto realmente avvenuto in Kansas nel 1959. Ogni dettaglio è vero. Ogni dialogo, ricostruito da interviste e documenti. Eppure, il libro si legge come un romanzo.

Con quest’opera, Capote inaugura un nuovo genere, la “non fiction novel”, dimostrando che la realtà può avere la stessa forza narrativa della fantasia. O anche di più.

È l’inizio di una nuova forma di racconto e scrittura, che mescola verità con la narrazione. Cos’hanno di diverso i libri non fiction rispetto a quelli fiction? Risponde Mark Twain, uno dei più importanti scrittori della letteratura americana:

“La verità è più strana della finzione, ma solo perché la finzione è obbligata a restare nel campo del possibile; la verità no.”

Ecco il punto di partenza perfetto per capire cosa distingue la non fiction dalla fiction e perché la narrativa basata sui fatti non va sottovalutata.

 

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Cos’è la non fiction: significato e definizione

La non-fiction comprende tutti quei testi che si propongono di raccontare fatti veri, documentati, accaduti realmente. È l’opposto della narrativa di invenzione o fiction, che nasce invece dall’immaginazione dell’autore.

Ma non fiction non significa necessariamente noioso o didascalico. Non stiamo parlando di manuali di storia, non solo. Può essere appassionante, coinvolgente e anche molto creativa, purché resti ancorata alla realtà. In pratica deve fare riferimento a fatti reali o realmente accaduti.

 

Fiction e non fiction: la differenza chiave

Fiction e non fiction la differenza chiave
Fiction e non fiction: la differenza chiave

La differenza tra fiction e non fiction sta nell’intento: la fiction inventa, la non fiction racconta il vero. Un romanzo può ispirarsi a fatti reali, ma finché l’autore modifica nomi, eventi e dinamiche per esigenze narrative, resta nella sfera della finzione. La non fiction, invece, si basa su fonti, testimonianze, documenti, materiali in generale che sono reali e documentabili.

 

Quando i confini si sfumano: forme ibride e narrativa creativa

Nella letteratura, esistono molte zone grigie. È il caso del memoir, che è una forma personale di non fiction o della cosiddetta “narrativa del reale”. Anche nel giornalismo narrativo si usano tecniche tipiche del romanzo per rendere più fluida la lettura, ma sempre partendo da fatti autentici.

Il punto non è se una storia si legga come un romanzo, ma se sia verificabile. Quando la realtà viene filtrata da un punto di vista soggettivo, il testo resta non fiction, ma acquisisce anche una dimensione narrativa potente.

 

Generi e tipologie di libri non fiction

Per quanto, a volte, possano essere molto labili i confini tra fiction e non fiction, possiamo però distinguere generi e tipologie di quest’ultimo.

Generi e tipologie di libri non fiction
Generi e tipologie di libri non fiction

 

Saggi e manuali

I saggi sono tra le forme più classiche di non fiction. Approfondiscono un argomento specifico, scientifico, storico, filosofico o tecnico.

I manuali, invece, hanno un intento pratico: insegnano a fare qualcosa (scrivere, cucinare, gestire un’attività ecc.).

Entrambi richiedono rigore, chiarezza e spesso anche una certa base di autorevolezza dell’autore: chi scrive un saggio o un manuale si presenta come esperto nel suo campo, ne va della credibilità del testo stesso.

 

Biografie, autobiografie e memoir

Qui la non fiction si fa personale. La biografia racconta la vita di una persona scritta da qualcun altro. L’autobiografia, invece, è scritta dalla persona stessa. La differenza tra biografia e autobiografia sta proprio nel punto di vista.

Il memoir, di cui abbiamo già accennato in precedenza, è una forma più libera e soggettiva di autobiografia: non segue necessariamente l’ordine cronologico, ma si concentra su momenti significativi della vita del soggetto in questione. Se ti stai chiedendo come scrivere un’autobiografia, chiediti prima se può avere senso un memoir, piuttosto.

 

Reportage, inchieste e libri di attualità

Le opere che possiamo inserire all’interno delle categorie reportage, inchieste e libri di attualità, come dicono le stesse definizioni, sono opere che nascono da un lavoro sul campo. Alla base ci sono giornalismo, investigazione, analisi sociale o politica. Offrono una narrazione diretta e documentata di fatti contemporanei, spesso con un forte impatto civile.

Autori e giornalisti come Oriana Fallaci o Saviano hanno portato questo tipo di scrittura all’attenzione del grande pubblico: se pensiamo a Gomorra, è un’opera basata su fatti reali, con un forte lavoro giornalistico e investigativo, ma narrata con uno stile che prende in prestito alcune tecniche dalla narrativa. E sappiamo bene il grande clamore che ha fatto (e quindi l’impatto sociale che ha avuto).

 

Non fiction creativa: raccontare la realtà con strumenti narrativi

Il libro di Capote con cui abbiamo aperto questo articolo è un esempio di non fiction creativa perché unisce verità dei contenuti a uno stile letterario che poi rende il testo tanto simile ad un romanzo come lo intendiamo.

Questo succede quando i libri non fiction usano dialoghi, scene, descrizioni e struttura narrativa; proprio come Agatha Christie ha fatto nei suoi romanzi gialli. L’obiettivo è rendere coinvolgente un contenuto reale, non solo dare contezza dei fatti.

Capote è stato uno dei primi, ma oggi è una forma sempre più apprezzata, perché rende leggibile anche ciò che altrimenti potrebbe sembrare troppo “tecnico” o distante.

 

Esempi di opere non fiction da conoscere

Teoria a parte, il modo migliore per comprendere davvero cos’è la non fiction è leggere alcune delle sue opere più rappresentative. Dai classici della letteratura testimoniale ai reportage che hanno scosso l’opinione pubblica, passando per biografie di grandi personaggi e saggi capaci di influenzare intere generazioni, la non fiction offre una varietà sorprendente di approcci, linguaggi e finalità. Ogni testo è un ponte tra fatti e lettori, tra realtà e interpretazione.

Esempi di opere non fiction da conoscere
Esempi di opere non fiction da conoscere

 

Classici italiani e stranieri

Uno dei grandi classici della non-fiction italiana lo studiamo a scuola senza nemmeno rendercene conto. Parliamo di “Se questo è un uomo” di Primo Levi. La sua è una testimonianza della deportazione degli ebrei nei campi nazisti. Infatti, racconta la sua reale esperienza di deportato nel campo di concentramento di Auschwitz durante la Seconda Guerra Mondiale. Non si tratta quindi di un’opera di finzione né di un testo ispirato vagamente ai fatti: è la testimonianza diretta, in prima persona, dell’autore.

Tra i classici stranieri, invece, oltre a “In Cold Blood” citato all’inizio, non possiamo non parlare di “The Diary of Anne Frank”, diario autentico di una giovane ragazza ebrea nascosta durante l’occupazione nazista. Un testo potente nella sua semplicità, capace di restituire la voce a milioni di vite spezzate e che, purtroppo, parla dell’esperienza diretta della protagonista.

 

Autori celebri del genere

Tra gli autori più rappresentativi della non fiction troviamo i già citati Truman Capote, pioniere del romanzo-verità, se vogliamo vero inventore del genere e Primo Levi, con le sue opere sul lager che abbiamo visto essere testimonianze reali del suo vissuto.

Anche Emmanuel Carrère, che esplora i confini tra autobiografia, cronaca e invenzione, è uno degli autori più noti della non fiction contemporanea. Opere come “L’avversario” (incentrata sul caso reale di Jean-Claude Romand, l’uomo che per anni visse una doppia vita) o “Vite che non sono la mia” (una riflessione profonda sul dolore e la perdita, nata da esperienze personali) dimostrano quanto la non fiction possa essere coinvolgente quanto un romanzo, pur restando saldamente ancorata alla realtà.

Ci sono molti altri autori del genere, come Joan Didion, Oriana Fallaci, Ryszard Kapuściński, Jonathan Franzen (nei suoi saggi) e Svetlana Aleksievič, premio Nobel per la letteratura. Sono sempre di più gli scrittori che oggi scelgono questo genere per i loro racconti.

 

La non fiction contemporanea tra divulgazione e testimonianza

Oggi la non fiction è sempre più presente in libreria. Dai saggi divulgativi (come quelli di Barbero o Angela) ai memoir di attivisti, sopravvissuti, medici, insegnanti, scrittori. La verità è diventata una forma di impegno e i lettori cercano storie autentiche, che aiutino a comprendere il mondo. Ecco perché oggi si legge molto non fiction.

 

Perché scrivere (o leggere) non fiction oggi

Il successo di una storia non fiction deriva dal bisogno sempre più sentito da parte di chi legge, ma anche di chi scrive, di fare chiarezza, approfondire, creare memoria.

Che si tratti di raccontare esperienze personali o di esplorare fenomeni collettivi, scrivere non fiction significa contribuire a costruire un racconto condiviso della realtà. E leggerla ci permette di accedere a punti di vista, contesti e conoscenze che difficilmente potremmo acquisire altrove.

 

La non fiction come strumento di conoscenza e civiltà

Scrivere non fiction significa contribuire a costruire memoria, consapevolezza, confronto. È un modo per lasciare traccia, documentare, raccontare esperienze vissute che possono essere utili ad altri.

Leggere non fiction è un esercizio di empatia e intelligenza critica. Ci mette in contatto con storie vere e ci aiuta a vedere la realtà da prospettive nuove.

 

Il valore professionale e culturale dei libri basati su fatti reali

Un saggio ben scritto può diventare un biglietto da visita professionale. Un memoir può raccontare un percorso umano e diventare un punto di riferimento per altri. Un’inchiesta può aprire un dibattito. La non fiction è, a tutti gli effetti, uno strumento culturale potente.

 

Perché la non fiction è molto più di un “non romanzo”

Uno dei pregiudizi più comuni rispetto al genere non fiction è che si tratti di qualcosa di “meno creativo” rispetto al romanzo. Ma è un errore. La non fiction richiede tecnica, sensibilità, capacità di sintesi, organizzazione delle informazioni e uno stile personale che poi definisce il successo del libro.

E soprattutto, ha il compito più difficile: rendere la verità leggibile. Come diceva Twain, la verità è più strana della finzione. Sta a chi scrive riuscire a raccontarla nel modo più potente possibile.

 

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Pierpaolo Alfani

Esperto in ghostwriting e narrazione d’impresa, guida il team scrittori trasformando visioni complesse in libri autentici, coinvolgenti e perfettamente calibrati sul target del cliente.

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